Da oggi il gas si paga in rubli … così dichiarò lo zar Putin

Rublo – foto tratta dal web

L’articolo di Carlotta Scozzari su Republica.it è stato il primo – di una lunga serie – che di getto, i giornalisti italiani hanno scritto in queste ore su questa notizia.
Notizia che molti si aspettavano in quanto lo zar doveva pur prendere qualche iniziativa di fronte agli embarghi e alle sanzioni che colpiscono il suo paese.
Vediamo allora quali sono le decisioni di Putin:
1) i paesi ostili dovranno pagare il gas in rubli. Chi sono i paesi ostili? Ci sono tutti i paesi membri dell’Unione europea (anche l’Italia, di conseguenza), e poi Albania, Andorra, Australia, Regno Unito, Anguilla, Isole Vergini britanniche, Gibilterra, Islanda, Canada, Liechtenstein, Micronesia, Monaco, Nuova Zelanda, Norvegia, Corea del sud, San Marino, Macedonia del nord, Singapore, Stati Uniti, Taiwan, Ucraina, Montenegro, Svizzera e Giappone.
2) Le forniture del gas sono a rischio? No, Putin ha detto: “la Russia continuerà sicuramente a fornire gas naturale in linea con i volumi, i prezzi e i meccanismi di prezzo stabiliti nei contratti esistenti”.
3) Perchè questa mossa? Ce lo spiega Carlotta: il rublo ha recuperato terreno sia sull’euro, da 112 a 107, sia sul dollaro, raggiungendo quota 97,75, in ogni caso valore lontano dai 75 prima del conflitto in Ucraina. Il motivo della decisione di Putin, è la spiegazione a caldo che arriva da esperti e addetti ai lavori, è creare domanda per il rublo e contribuire al rafforzamento della moneta russa, penalizzata dalle sanzioni economiche decise dall’Occidente. I Paesi europei dovranno infatti cambiare euro in rubli per potere effettuare i pagamenti del gas, necessari per garantire le forniture energetiche. Si tratterà di capire, da qui ai prossimi mesi, se effettivamente la valuta di Mosca ne uscirà rafforzata su dollaro ed euro, nei confronti dei quali ha perso terreno dall’inizio del conflitto.
4) La Russia è destinata al fallimento? Ce lo dicono Michele Arnese e Marco dell’Aguzzo su Start Magazine di oggi: Secondo la società di rating Moody’s, “il rischio di insolvenza della Russia e le potenziali perdite per gli investitori rimangano molto elevati, dato il marcato deterioramento che abbiamo visto nella capacità e nella volontà del governo di far fronte ai propri obblighi di debito nelle ultime settimane”. Moody’s ha tagliato il giudizio della Russia a Caa2, due livelli sopra il default, si legge su MF-Milano Finanza.
Il 25 maggio scadono peraltro le esenzioni concesse dagli Stati Uniti ai soggetti americani che devono ricevere interessi, dividendi o pagamenti in scadenza connessi al debito o all’equity ed emessi dal ministero delle Finanze russo, dalla banca centrale o dal fondo sovrano del paese.
Moody’s ha fatto sapere che giudicherà come default il ripagamento in rubli delle obbligazioni denominate in valuta estera, anticipato da Mosca con un decreto presidenziale del 5 marzo scorso.
Stando a Bloomberg, le obbligazioni russe in scadenza e sotto osservazione internazionale sono quattro, per un totale di circa 2,25 miliardi di dollari. La prima è una cedola da 65,6 milioni di dollari, scaduta il 21 marzo e non ancora pagata ma rimborsabile in rubli (è previsto). Segue una seconda cedola da 102 milioni, in scadenza il 28 marzo e ripagabile in rubli. La cedola da 87,5 milioni in scadenza il 31 marzo, invece, può venire rimborsata solo in dollari. E lo stesso vale per il grande bond, da 2 miliardi di dollari, che scadrà il 4 aprile prossimo”.
5) Domani riapre la borsa di Mosca. la Banca centrale russa ha comunicato che il 24 marzo 2022 saranno riammesse alle negoziazioni le azioni di 33 società dell’indice Moex, fermo dal 25 febbraio. I titoli saranno negoziabili dalle ore 9.50 alle ore 14.00 ora locale, con un divieto di vendite allo scoperto. Tra le azioni che potranno essere scambiate ci sono i titoli del colosso del gas Gazprom e della banca Sberbank.
6) Cosa decideranno domani i leaders europei? La proposta di Draghi, assieme allo spagnolo Pedro Sanchez, il leader portoghese Antonio Costa e quello greco Kyriakos Mītsotakīs, scaturita nel corso del vertice che si è tenuto a Roma – a Villa Madama – la settimana scorsa, sarà quella di fissare un prezzo del gas comune a tutta l’Europa con eventuali passaggi di surplus da paese a paese. Ci sono possibilità perchè questa proposta passi? Ho dei dubbi, ma vedremo.

Foto tratta dal web

Intanto – dice il mio amico Umberto Baldo – si tratta di un altro tassello di un cambiamento profondo dei rapporti geopolitici che seguiranno l’attuale fase bellica.
Le monete entreranno sicuramente nella partita.
E anche l’India con le rupie e la Cina con lo yen entreranno nella partita, aggiungo io!!!

Pubblicato da Massimo Masi

Blog di Massimo Masi. Bolognese di nascita, piantato nella pianura, con una forte propaggine verso il mare. Non sono più quello di ieri, non so come sarò domani. Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri (Alda Merini)