Il testo integrale del monologo di Drusilla Foer al Festival di Sanremo 2022

Drusilla Foer – foto tratta dal web

Il 2 febbraio scrissi un articolo molto infuocato contro il vescovo o monsignore di Sanremo, contro Pillon e Adinolfi per le critiche omofobe contro l’intervento di Achille Lauro.
Ieri sera il monsignore o vescovo forse non era davanti alla televisione e quindi non ha commentato. Come non ha commentato Pillon.

CHE FORTUNA PER NOI!!!

Mentre Adinolfi ha scritto ben due tweet:
1) Mi dicono che Drusilla, togliendosi i baffi da Zorro, avrebbe bestemmiato. Io non l’ho sentito, ma se fosse accaduto sarebbe un atto gravissimo e mi dispiace davvero molto perché la performance di Gianluca Gori era più che gradevole. Ma bestemmiare Dio non si può, proprio no.
Bestemmiato? Ho risentito la registrazione, Drusilla dice Dio Cristo. Se per Adinolfi è una bestemmia… Un consiglio: prima di scrivere, accertarsi dei fatti!!

2) Chiosa finale su Drusilla: Gianluca Gori avrebbe meritato almeno di poter salutare il pubblico svestendo i panni femminili. Obbligato a vestirli per campare, meritava un finale alla Dustin Hoffman in Tootsie. Sarebbe tutto stato più bello perché più vero.
Un vero omofobo fino alla fine!!!

Proprio in risposta a questo personaggio, voglio riportare l’integrale intervento di Drusilla, a futura memoria.

Ci sono tanti temi che affollano la mia mente, ma non voglio ammorbare il pubblico. Diversità è una parola che non mi piace, crea distanza, ha qualcosa in sé di comparativo che non mi piace. Le parole sono come gli amanti, quando non funzionano più vanno cambiati. Ho cercato un termine che può sostituirlo e ne ho trovato uno molto convincente: unicità. Mi piace molto, perché tutti siamo capaci di notare l’unicità dell’altro e pensiamo di essere unici. Per niente. Per comprendere la nostra unicità dobbiamo capire di cosa è composta, di cosa siamo fatti noi. Certamente cose belle come i valori, i talenti. Ma ci sono anche cose meno belle, come le paure, le fragilità. Non è facile entrare a contatto con la propria unicità, perché ci sono tante cose che ci compongono. Io direi di tenere insieme tutte le cose che ci abitano, belle e brutte, e si portano in alto, si sollevano insieme a noi, in un grande abbraccio, gridando “che bellezza!”. Tutte queste cose sono io, sarà una figata pazzesca.

Sarà bellissimo abbracciare la nostra unicità. A quel punto sarà più probabile aprirsi all’unicità dell’altro, e uscire da questo stato di conflitto che ci allontana. Vi chiedo di dare un senso alla mia presenza qui, tentando un atto rivoluzionario, che è l’ascolto, di se stessi e degli altri. Promettetemi che ci proveremo, ascoltiamo, accogliamo il dubbio, anche solo per essere certi che le nostre convinzioni non siano solo convenzioni. Facciamo scorrere i pensieri in libertà, senza pregiudizio e vergogna”.

Da leggere e rileggere. Grazie Drusilla!

Pubblicato da Massimo Masi

Blog di Massimo Masi. Bolognese di nascita, piantato nella pianura, con una forte propaggine verso il mare. Non sono più quello di ieri, non so come sarò domani. Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri (Alda Merini)