Finisce oggi la mia storia sindacale

Roma, 10 dicembre 2020

Carissime e Carissimi, 
negli ultimi tempi ho lungamente pensato a cosa avrei detto nel momento della mia uscita dalla Uilca.

Ho pensato a nuove modalità di intervento, come avvenne in occasione della Conferenza d’Organizzazione di Roma con la famosa relazione itinerante. Ho pensato di imbottigliare la relazione e regalarla a tutti i componenti del Consiglio Nazionale, come un messaggio da conservare.      
Niente di tutto ciò.

La pandemia, tuttora purtroppo ancora in corso, non ci consente di essere particolarmente innovativi e creativi nelle nostre nuove modalità di incontro.

Ma non è forse la videoconferenza essa stessa una modalità innovativa? Centinaia di film di fantascienza e anni passati a immaginare un lontano futuro ci hanno anticipato scenari del genere, ma chi avrebbe mai pensato di viverli davvero!

Proprio per l’inusualità della situazione, mi limiterò ad alcune brevi considerazioni, considerazioni più personali che politiche.

In questi mesi ho ripercorso, in una specie di flashback cinematografico, la mia vita professionale: mi sono rivisto giovanissimo, quando entrai in banca per la prima volta; ho ricordato i miei turni da precario e la mia conferma in pianta stabile. La mia rapida ma fugace carriera aziendale.

Ho ripensato al mio progressivo avvicinamento al Sindacato.   
I miei maestri sindacali, Ugo Fadani e Licio Bregola; le prime riunioni; le prime incazzature; le prime ingiustizie; le prime assemblee e le prime riunioni unitarie. Mi sono rivisto al tempo del terrorismo, delle assemblee presso le officine ferroviarie e le fabbriche a Bologna; ricordo le minacce personali e al sindacato da parte dei terroristi, la strage alla Stazione di Bologna; gli attentati che hanno sconvolto il nostro Paese, il tentativo di destabilizzazione.

Ho rivissuto il momento della mia elezione a Segretario Generale Uib Emilia Romagna a 32 anni, il più giovane ad assumere quel ruolo; gli impegni sindacali, con una responsabilità sempre maggiore; le prime riunioni a Roma; le componenti politiche del nostro sindacato; la Uib che cresceva e diventava Uilca.

Ho ripercorso la strada che mi ha portato in Segreteria Nazionale all’età di 46 anni: l’arrivo a Roma, la riorganizzazione della Uilca, un nuovo mondo che mi si spalancava; le riunioni fra sigle; i tavoli in Abi nelle sale affrescate; il lavorare 18 ore al giorno.

Poi la mia crescita nell’Organizzazione, la vicinanza all’allora segretario generale Elio Porino, la mia voglia di imparare tutto e in fretta da lui.  
Ho rivisto Elio quando era in piena forma, poi mentre la malattia avanzava; ho ripercorso il primo contratto nazionale di lavoro concluso e firmato, pur non essendo segretario generale, con Fabio Innocenzi, allora presidente Casl.

Ho rivissuto la giornata della mia nomina alla guida della Segreteria Generale; il primo scontro con i nostri quadri, quando decisi che alla Conferenza d’Organizzazione di Abano Terme, dopo appena due mesi dalla mia nomina, avrebbero dovuto intervenire i giovani, i nuovi entrati e non i soliti noti. Ebbi ragione. Il primo a prendere la parola fu Fulvio Furlan.

Ho rivisto persone, alcune scomparse, che hanno lasciato grandi vuoti come Orietta Guerra, Valeriano Bolcato e Paolo Pastorelli; ho ricordato fatti, sconvolgimenti senza precedenti dei nostri settori, crisi economiche. Ho rivisto tradimenti (per fortuna pochi), cambi di casacca, grandi successi organizzativi e politici.

Insomma, ho rivisto tutta la mia vita.

In una specie di sliding doors mi sono chiesto: ho scelto la porta giusta?
Ne è valsa la pena? Lo rifarei? La risposta è arrivata spontanea e immediata, senza la minima esitazione: sì, certo, lo rifarei! Senza ombra di dubbio. Rifarei tutto: confermerei le scelte prese; rifarei le tappe percorse; aprirei di nuovo quella porta che mi ha portato qui oggi, davanti a tutti voi, con tutti voi. E’ stata la mia vita. Una vita passata a difendere le lavoratrici e i lavoratori; una vita passata a difendere i più deboli; una vita passata a difendere i valori

della democrazia e della Costituzione contro ogni forma di razzismo e di fascismo.

Ne è valsa la pena, credetemi!

Non voglio lasciare testamenti politici. Ma voglio condividere con voi cinque brevissime considerazioni.

La prima. Fare Sindacato.
Rimpiango il vecchio modo di fare Sindacato. Le lunghe e fumose riunioni unitarie, quelle in cui si decideva la linea sindacale; dove erano coinvolti tutti i segretari nazionali e non solo i generali che tiravano le conclusioni.

Rimpiango le riunioni con le controparti, dove le capacità oratorie e la presentazione di proposte e soluzioni sopravanzava quella organizzativa.

Rimpiango il Sindacato dove si discuteva con veemenza al proprio interno; dove si cambiava sigla, raramente, solo per grandi dissidi e non per prebende.

Rimpiango i tempi lenti, quelle delle riflessioni ponderate e non delle decisioni affrettate e prese da pochi. Un altro mondo.

Oggi è tutto un arrivare prima: prima alle dichiarazioni stampa; prima alle interviste, alle partecipazioni televisive, come se i problemi delle lavoratrici e dei lavoratori si risolvessero in base all’audience.   
Credo e mi auguro che i rapporti unitari fra le sigle devono essere mantenuti ed anzi, se possibile, rafforzati. Ma i rapporti unitari non devono essere forti solo al livello centrale ma anche a quello di Gruppi e Regionali perché si stanno creando pericolose distonie comportamentali evitando che i primi che fanno la voce grossissima e poi, spesso,  sono i primi a firmare accordi!

Non mi sono mai ritenuto un uomo per tutte le stagioni. Esco dall’Organizzazione nel momento in cui la mia spinta propulsiva è finita e occorre cambiare il timoniere, senza – mi auguro – cambiare troppo la rotta.

La seconda. I rapporti con la controparte.        
Viviamo in settori, credito, esattorie, assicurazioni, autorità dove i rapporti sindacali sono un valore. Non è concertazione ma intensa volontà di collaborazione. La strada degli accordi è la via maestra che abbiamo scelto fin dagli anni ‘90 con la creazione del Fondo di Sostegno al reddito ed è proseguita

con gli accordi sul FOC, Enbicredito, Casdic e long terme care. E questa politica ha portato ad un tasso di sindacalizzazione che è il più alto in Italia.

Mi auguro che questa prassi sindacale continui nel tempo e che vengano difesi gli attuali livelli di contrattazione del settore.

La terza. La Uil.        
Ho cercato, in questi 12 anni, di rappresentare le esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori del credito, delle assicurazioni, delle esattorie e delle autorità in un contesto così complesso e articolato quale quello della Uil. Ho cercato di far comprendere, senza ambizioni da economista, le realtà economiche del nostro Paese, che hanno naturali legami con le banche e con le assicurazioni.

Non sempre ci sono riuscito. Non sempre sono stato capito.

Concessioni di crediti alle Pmi; aiuto alle imprese per diventare più grandi e digitali; rilancio dell’economia del Sud; le problematicità dei crediti insoluti (Npl e Utp); la desertificazione delle filiali dai territori sono solo alcune delle tante battaglie che io e la mia organizzazione sindacale abbiamo combattuto in questi anni e che hanno avuto l’aiuto delle donne e degli uomini della Uil.

Mi auguro che da parte della Uil ci sia ancora maggior ascolto verso la nostra categoria.

La quarta. Voi. 
A partire da domani vi aspetta una grande sfida. Le fusioni proseguiranno, la digitalizzazione imperverserà, nuovi soggetti creditizi e finanziari verranno alla luce. Il mercato del lavoro, attraverso lo smart working, potrà ancora subire grossissime trasformazioni. Con una battuta, posso dire che correrete il rischio di avere più segretari nazionali che gruppi bancari. Avrete gruppi sempre più grandi, con tanti quadri sindacali da sistemare e non vi aiuteranno nemmeno gli eventuali esodi, visto il rinnovamento generazionale al quale abbiamo dato vita in questi anni. Ecco che il ruolo dei territori, della vicinanza alle iscritte e agli iscritti, diventa ancora più fondamentale.

Ripeterò per l’ultima volta il mio mantra: meno sindacalisti alle trattative e più sindacalisti nei territori e più proselitismo!

La quinta. Organizzativa.
Mi auguro che domani, dopo aver votato per il nuovo segretario generale, tutti

i pensionati che sono negli organismi e che non hanno più cariche, si dimettano per far posto a nuovi ingressi.

Manterrò il mio numero di telefono, ma ve lo dico subito e chiaramente: sarò a disposizione solo per consigli. Non sarò disponibile, per telefonate del tipo: tu avresti fatto diversamente.

Non ho nessuna intenzione di creare dissonanze con il nuovo vertice della Uilca.

Avviandomi alla conclusione di questa prima parte del mio ultimo intervento, voglio meglio spiegare le mie scelte.

Il 6 dicembre dello scorso anno, nel corso dell’Esecutivo Nazionale Uilca, comunicai la mia decisione di lasciare la carica di segretario generale entro la prima decade del mese di giugno.

Decisione confermata il 9 gennaio al Consiglio Nazionale Uilca, convocato per l’approvazione del rinnovo del CCNL, davanti all’allora segretario generale aggiunto Uil, PierPaolo Bombardieri.

Poi è arrivata la pandemia che ha costretto a una revisione dei piani e non solo dei miei! Ho dovuto prorogare la mia uscita a dicembre 2020, nella speranza che tutto questo cataclisma terminasse.

Ciò non è stato. Ho voluto, però, mantenere ferma la data di dicembre. Ho ricevuto pressioni interne ed esterne al Sindacato per rimanere almeno fino al prossimo Congresso. Avrei potuto farlo. Ma gli impegni politici e personali, per me, vanno sempre onorati.

Per mia personale scelta rimarrò solo un semplice iscritto alla Uil Pensionati.

Lascio perché ho costruito attorno a me una squadra di quarantenni/e e cinquantenni/e che fanno intravedere un percorso di continuità e di ulteriori successi per la categoria.

Lascio perché questo è il mio terzo mandato come segretario generale e non ho nessuna intenzione di chiedere deroghe statutarie, anche in base all’età anagrafica e pensionistica.

Lascio perché ho sempre creduto nel rinnovamento.

Non ho usato a caso la parola “lascio” al posto del “mi dimetto”.

Mi sono iscritto alla Uib nel 1973 e sono rimasto iscritto solo alla nostra Organizzazione.
Ecco perché non voterete le mie dimissioni dalla carica, ma sarò io a lasciare la carica.

Credo di lasciare una categoria che, nonostante la riduzione degli occupati in rapida discesa, si trova al massimo degli iscritti dalla sua costituzione e al livello massimo di rappresentatività. Ma non spetta a me tracciare bilanci ne assegnarmi meriti e voti. Lo faranno altri, se lo vorranno.

E ora passiamo ai ringraziamenti e ai saluti, fra il serio e il faceto.

Non posso non iniziare dalla mia famiglia: ringrazio mia moglie e mia figlia per i sacrifici che hanno dovuto fare in questi 21 anni. Pochissimi conoscono mia moglie, ma ve lo giuro, esiste. Non è stata mai presente alle nostre riunioni ma esiste, eccome. Forse oggi è collegata in streaming. Ma non ve lo assicuro. Adesso Micia (abbreviativo di Maurizia) ti romperai le scatole ad avermi spesso fra i piedi. Ma tanto fra Pepe (il mio cane) e Birba (il suo cane) e le tue vecchiette da accompagnare a fare la spesa non avrai molto tempo per lamentarti della mia presenza. Ringrazio Valentina, mia figlia. L’ho lasciata al liceo scientifico, oggi me la ritrovo ingegnere, anzi ingegnera come la chiamo io, e la ritrovo Environment Manager alla Ducati Motori in quel di Borgo Panigale, cioè manager dell’ambiente. E mi raccomando, niente nipotini…

Passiamo ora alle figure istituzionali. Ringrazio e saluto con affetto il presidente dell’Abi Antonio Patuelli. Conosco il presidente da circa 30 anni, da quando era vicepresidente del Pli, grazie al comune amico Ugo Fadani. Lo ringrazio per l’amicizia e per il legame che ha mantenuto con me. Lo reputo un grande presidente dell’Abi: ha saputo coniugare la naturale tradizione conservatrice dei banchieri con le modernità dell’innovazione degli strumenti bancari dei nostri tempi. Ha saputo tenere la barra dritta dell’Abi dopo alcune gestioni non trasparenti e pericolose per l’intero sistema, riportandola al centro del dibattito politico italiano ed europeo. Presidente, mi mancheranno le nostre telefonate del sabato mattina e “al bravè” (in emiliano le sgridate) e le precisazioni sui miei comunicati stampa

che non trovavi pertinenti o contenevano inesattezze. Grazie, presidente, grazie davvero!

Saluto e ringrazio, per aver onorato sempre gli impegni istituzionali con la nostra Organizzazione, il dott. Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo.

Saluto e abbraccio Giuseppe Castagna, amministratore delegato di Banco Bpm e Carlo Cimbri, amministratore delegato di Unipol, che saranno con noi in questo Consiglio più tardi.

Con Giuseppe sono legato da vecchia amicizia, fin dai tempi del Banco di Napoli. Ha saputo riportare Bpm nell’alveo della propria tradizione e ha affrontato, per primo, una fusione nella nuova era della Bce.

Carlo invece l’ho conosciuto quando aveva ancora i pantaloni corti, in una circostanza di conflittualità con Unipol quando Consorte, allora Ad, mi disse: guarda questo giovanotto, un giorno ti confronterai con lui. Non passarono molti anni da quel giorno. Oggi Carlo è alla guida non solo di Unipol ma è anche il regista di importantissime operazioni bancarie.

Voglio salutare e ringraziare Giampiero Maioli (Crédit Agricole); Alessandro Vandelli (Bper); Camillo Venesio (Banca del Piemonte): non mi hai mai regalato un biglietto per l’Allianz Stadium ma, almeno, mi ha donato la maglia di Pirlo! Saluto e ringrazio Victor Massiah (ex Ubi) e Marco Morelli, ex ad di Mps, oggi alla Bank of America per l’ottimo e franco rapporto che abbiamo instaurato in questi anni.

Saluto e ringrazio i componenti dell’Abi.        
In primis, il direttore generale Giovanni Sabatini, sempre disponibile ad affrontare con me e la mia Organizzazione non solo i temi sindacali ma anche quelli economici del settore. Saluto e ringrazio il vice direttore di Abi Gianfranco Torriero, per la sua grande disponibilità e per il messaggio che mi ha inviato: l’ho apprezzato moltissimo. Ringrazio e saluto con grande rispetto, per il prezioso lavoro che ha svolto in questi anni, il presidente del Casl Salvatore Poloni: ha portato equilibrio e competenza in una delegazione aziendale spesso con visioni diverse e ha

dimostrato molta pazienza (d’altronde, essendo interista, ci è abituato alla sofferenza e alla pazienza).

Voglio ricordare anche gli altri presidenti di Casl che ho avuto l’onore di frequentare: Eliano Omar Lodesani, un vero signore, sempre disponibile; Alessandro Profumo, che ha saputo trasformare il settore anche come ad di Unicredit, da lui ho imparato molto; Francesco Micheli, persona dura, ferma nei principi e negli accordi ma di parola: quando dava l’ok, lo manteneva a tutti i costi; Fabio Innocenzi, che mi ha dedicato ben tre passaggi nel suo libro “Un banchiere per bene”, con il quale ho avuto e ho ancora uno splendido rapporto personale e, infine, Maurizio Sella, presidente di Abi e del Casl in un periodo di grandi trasformazioni del settore.

In questa carrellata di ricordi non posso non citare:

– Corrado Passera che, assieme a Profumo, ha contribuito a far crollare quel sistema bancario mummificato, lavorando per modificarlo profondamente;

– Federico Ghizzoni, ex ad di Unicredit, con il quale ho mantenuto una frequentazione importante;

– Fabrizio Viola, ex ad di Mps.

Quanti aneddoti e storie potrei raccontare, avvenute in quelle sale dorate di Palazzo Altieri. Faranno parte del libro… che non scriverò mai.      
Sempre restando a Palazzo Altieri non posso non salutare e abbracciare il direttore centrale Stefano Bottino, che conosco da tanti anni e che ho apprezzato sia per la sua competenza tecnica, che politica e umana. Approfitto di Stefano per salutare il “vecchio” direttore centrale Giancarlo Durante, attuale presidente di Fba, e l’amico Vittorio Cianchi, sempre disponibile, e con Vittorio tutto l’apparato sindacale di Abi.

Non posso dimenticare l’Ania e la Federazione delle Casse Rurali.     
Saluto la presidentessa dell’Ania, Bianca Maria Farina, e il responsabile delle relazioni sindacali, Riccardo Verità, e il presidente della Federazione delle Casse, Augusto dell’Erba.

Passiamo ora alle aziende, nell’ordine con cui mi vengono in mente.

Ringrazio e abbraccio Alfio Filosomi. Ci conosciamo da una vita, peccato per il suo carattere troppo tranquillo e mai focoso, molto nordico e poco toscano: sarebbe stato un ottimo capo del personale di Intesa Sanpaolo. Chi mi scaricherà la batteria del telefono da domani? Grazie, Alfio, grazie davvero per tutto. Attraverso Alfio saluto anche Patrizia Ordasso, l’unica donna, assieme alla moglie, che riesce a sopportarlo. Saluto e ringrazio Rosario Strano per la sua amicizia e per la passione calcistica che ci accomuna.

Saluto e ringrazio Paolo Cornetta ed Emanuele Recchia (Unicredit), la mia banca, per il rapporto franco, cordiale e amichevole che ho avuto con loro. Attraverso di loro saluto Gianni Robaldo e Silvio Lops. Non posso dimenticare lo splendido rapporto con Angelo Carletta.

Per Banco Bpm (ancora, non bastavano Castagna e Poloni) saluto e ringrazio Roberto Speziotto: ci siamo incontrati dapprima in Unicredit, poi in Banco Popolare e ora in Banco Bpm: quanti anni, Roberto.

Per Bnl saluto Roberto Quinale, con il quale ho sempre avuto un rapporto sincero e cordiale.

Saluto e ringrazio Giuseppe Corni, per Bper. E qui gioco praticamente in casa, nella vicina Modena, e Stefano Verdi, una coppia praticamente indissolubile e inossidabile.

Per il Crédit Agricole voglio ringraziare e salutare Vittorio Ratto e Gianluca Reggioni, per la loro disponibilità.

Per il Mps saluto e ringrazio il nuovo arrivato, rispetto ai “vecchioni” che ho citato prima, Roberto Coita, e attraverso di lui ringrazio Bruna Sandretti, per il commovente messaggio che mi ha inviato. Grazie.

Ringrazio, per la vecchia e franca amicizia, Mario Napoli (Ubi Banca), l’unico capace di farmi passare il Ferragosto a Bergamo per una trattativa sindacale.

Infine, ringrazio di cuore, per la partecipazione e la vicinanza di cui mi onorano, Gianluca Perin e Davide Pelucchi delle Assicurazioni Generali. Non posso non ringraziare poi tutte le giornaliste e i giornalisti con cui ho avuto rapporti stretti, cordiali e sempre corretti. Non penso di fare un torto a nessuno di loro se saluto l’amica Carlotta Scozzari. Ringrazio coloro che mi hanno

inviato messaggi davvero commoventi. Ho sempre creduto e sempre crederò nell’importanza della comunicazione e di una seria rappresentazione della realtà.

Veniamo ora alla parte sindacale.

Non posso che iniziare ringraziando e abbracciando i segretari generali della Uil con cui ho lavorato nei miei 12 anni da segretario generale di categoria: Luigi Angeletti, Carmelo Barbagallo, PierPaolo Bombardieri.

Grazie davvero per avermi supportato e, soprattutto, sopportato, cosa non facile visto il mio carattere.

A loro va riconosciuto di aver condotto la Uil, ognuno con il proprio tratto e le proprie caratteristiche, verso quei successi e la rappresentanza politica e organizzativa che sono sotto gli occhi di tutti. Come non dimenticare, poi, la vicinanza di questi tre segretari generali alla nostra categoria. Grazie, grazie, grazie davvero Luigi, Carmelo, PierPaolo.

Non voglio e non posso dimenticare di salutare i segretari confederali attuali: il segretario organizzativo Emanuele Ronzoni; Tiziana Bocchi; Ivana Veronese; Domenico Proietti e il tesoriere Benedetto Attili. Saluto il presidente del Civ Inail, l’amico Guglielmo Loy.

Voglio ringraziare i segretari generali delle categorie e delle regioni che in questi anni hanno collaborato con la Uilca. Voglio ringraziare in particolare tutti coloro che interverranno oggi e chi mi ha mandato messaggi e lettere.

Un particolare ringraziamento va ai colleghi segretari generali della nostra categoria.

Saluto, ringrazio e abbraccio Lando Maria Sileoni. Con Lando, il più longevo in carica dopo di me, ho sempre avuto un rapporto franco, leale, anche se, a volte ci siamo scontrati. D’altra parte, lo dice anche la canzone, due caratteri uguali… Devo riconoscere in Lando una grande capacità comunicativa e politica. Riccardo Colombani (First) e Nino Baseotto (Fisac) li accomuno nel ringraziamento e nel saluto in quanto sono le new entry nel settore, anche se con Riccardo l’esperienza del rinnovo del CCNL è stata determinante. Approfitto

dell’amicizia con Riccardo e Nino per salutare gli ex segretari generali delle loro sigle con cui ho lavorato: saluto calorosamente Giulio Romani, Giuseppe Gallo e Eligio Boni con i quali ho avuto un rapporto splendido per la First/Cisl e Giuliano Calcagni, Agostino Megale, Mimmo Moccia, Marcello Tocco e Nicoletta Rocchi per la Fisac/Cgil.

Saluto l’amico Emilio Contrasto, a cui rinnovo l’augurio per una pronta guarigione. Conosco Emilio da una vita, fin dai tempi BPU. Approfitto di Emilio per salutare e abbracciare Francesca Furfaro, ex segretaria generale di Falcri.

Infine saluto Stefano Quintabà e Stefano Ponzoni, rispettivamente segreterai generali di Fna e Snfia.

Sempre rimanendo in ambito sindacale non posso non ringraziare e abbracciare Giorgio Benvenuto, della cui amicizia e vicinanza mi onoro.

Veniamo ora ai saluti in casa Uilca.

Comincio da coloro che hanno vissuto con me l’esperienza in Segreteria Nazionale: Edgardo Iozia, Marco Gaudiomonti, Bepi Miraglia, Valeria Cavrini, Roberto Galiazzo, Antonio Barbera, Francesco Fiore, Salvatore Ruocco, Lucio Giardini: tutti nomi noti solo ai più vecchi, tranne Salvatore, della nostra Organizzazione, ma a me tanto cari. Grazie.

Inoltre saluto e abbraccio Vito Pepe, Patrizio Ferrari, Mariateresa Ruzza, Paola Minzon e Francesco Molinari, usciti più di recente dalla Segreteria Nazionale.

Ringrazio di cuore le collaboratrici di oggi: Loredana, Debora, Carla, Nicoletta e Sandra come quelle di ieri Liliana, Rita, Lucia, Carla, Iole e Nadia.

Ringrazio davvero di cuore le addette stampa che si sono succedute in questi 12 anni: Simona Cambiati, Maria Oliva, Valentina Bombardieri, fino all’ultima arrivata la carissima Lea Ricciardi. Grazie davvero a tutte, soprattutto per non avermi pubblicamente mandato a quel paese. Grazie per la vostra disponibilità. Saluto e ringrazio il responsabile del Centro studi Orietta Guerra Roberto Telatin e tutto il suo staff, uomo di scienza della nostra Organizzazione, a cui però non affiderei mai lo svolgimento di un’assemblea; il responsabile del proselitismo, il ferocissimo e cattivissimo Gino Sammarco; il responsabile del Dap Gianfranco De Zottis e il collaboratore di Segreteria, Filippo Arena.

Ringrazio Patrizia Bosco, coordinatrice autorità, e Marco Pasini, coordinatore della formazione e tutti i responsabili delle Aree tematiche.

Saluto, ringrazio e abbraccio tutte le segretarie e i segretari generali regionali e territoriali della Uilca. Non li cito per non fare torto a nessuno, ma sappiate che siete la spina portante della nostra Organizzazione.

Parlando di rinnovamento non posso non citare le due giovani new entry: Roberta Bellini, segretaria generale di Treviso e Belluno, e Francesca Corghi, segretaria generale di Modena e Reggio Emilia.

La Uilca si rinnova con giovani donne, è un grande messaggio!!!

Saluto e ringrazio le segretarie e i segretari dei gruppi bancari e assicurativi. Anche in questo caso non vi cito tutte e tutti ma sappiate che vi ho voluto in quel ruolo non per simpatia ma perché lo avete meritato. Vi aspettano tempi durissimi con le nuove aggregazioni, ma avete le giuste capacità per superare questa difficilissima fase.

Abbraccio virtualmente tutti i componenti del Consiglio Nazionale e dell’Esecutivo Nazionale Uilca con i quali in questi abbiamo condiviso e costruito le politiche sindacali della nostra Organizzazione.

Grazie.

Veniamo ora alla Segreteria Nazionale.

Li ringrazio tutti. Davvero. Una grande squadra, omogenea e compatta.

Ringrazio Fulvio, al quale, più tardi, cederò la guida della Uilca perché in questi anni, lavorando sempre seriamente, si è conquistato sul campo il riconoscimento delle sue capacità morali e politiche e della sua professionalità da parte dei quadri sindacali.

Ringrazio Maurizio Arena, che ha voluto intraprendere con noi una sfida non facile, dettata da una volontà di chiudere la sua esperienza sindacale con una nuova volontà.

Ringrazio Renato, per l’amicizia che dura da oltre 40 anni. Dovevamo uscire assieme dalla Uilca, ma il rinnovo del contratto delle assicurazioni lo terrà impegnato ancora per un po’ di tempo.

Ringrazio Mariangela, dopo di me e Renato la più longeva in Segreteria Nazionale, denominata “la viperetta” per il suo non comune senso ironico, non dimenticando la sua predisposizione naturale per la Previdenza.

Ringrazio Giovanna. Non era facile sostituire un personaggio storico come Barbera alla guida della Riscossione. C’è riuscita benissimo con la sua grazia e, quando serve, caparbietà.

Ringrazio Giuseppe 1 (Del Vecchio), non solo per aver portato gli iscritti delle BCC a un livello ottimale ma per l’impegno dimostrato in questi anni nelle materie a lui affidate.

Ringrazio Giuseppe 2 (Bilanzuoli) che si è, giustamente, esaltato nel ruolo di responsabile delle politiche contrattuali e mi ha fatto da ottima spalla durante il rinnovo del CCNL.

Ringrazio Max, l’ultimo arrivato in Segreteria, che si è già fatto ben volere pur seguendo gruppi ad alta conflittualità. Per te la prossima laurea sarà in psicologia.

No, questa volta non dimenticherò di ringraziare Simona, come è successo altre volte. Ringrazio Simona usando le parole di mia moglie: se io fossi in lei, sai quanti sberloni (schiaffi) ti darei! La ringrazio perché da 20 anni collabora con me, fregandosene dei sabati e delle domeniche; delle illazioni maligne; delle mie urla; dei diversi compiti. E’ arrivata con grande determinazione, professionalità e capacità ad essere, oggi, la segretaria organizzativa della Uilca. Un abbraccio, Simo.

Ringrazio e saluto il nuovo tesoriere, l’amico Biagio Volpe.

Infine, saluto con un doveroso omaggio tutti gli Rsa della Uilca, le iscritte e gli iscritti che sono, lo ricordo a chi rimane, gli unici azionisti del nostro Sindacato. Iscritti che nessuno ci ha regalato, iscritti che abbiamo conquistato uno ad uno. Grazie, grazie, grazie.

Spero di non aver dimenticato nessuno in questi lunghi ringraziamenti.

Ho finito. Per fortuna.

Termina qui un’avventura cominciata nel dicembre del 1999.

Evidentemente dicembre deve essere un mese importante per me.
Oltre ad essere stato eletto nel dicembre di ventuno anni fa, esco oggi, 10 dicembre, e sabato prossimo, 12 dicembre, la Uilca compirà 67 anni.

Termina qui un’avventura bellissima, fatta di grande, grandissimo impegno da parte mia, di grandi riconoscimenti, di alcune delusioni.

Termino usando le stesse parole che il compianto Elio Porino usò il 12 marzo del 2008 quando mi passò la guida della Uilca: “sono sereno, esco sereno, perché ho la massima fiducia nelle compagne e nei compagni che guideranno la Uilca”.

Grazie a tutti voi, vi ho voluto davvero bene e porterò sempre nel mio cuore il vostro affetto.

Buona vita a tutte e a tutti.

             Massimo Masi

Pubblicato da Massimo Masi

Blog di Massimo Masi. Bolognese di nascita, piantato nella pianura, con una forte propaggine verso il mare. Non sono più quello di ieri, non so come sarò domani. Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri (Alda Merini)