Cosa accomuna Luana, Christian e altri 123…

Luana D’Orazio (foto tratta dal web)

Cosa accomuna Luana D’Orazio, Christian Martinelli (nella foto seguente) e altri 123 … quello di essere partiti da casa per andare al lavoro e non sono più tornati vivi nelle loro abitazioni.

foto tratta dal web

Un dramma sociale quello delle morti sul lavoro. Un dramma che trova i media interessati per un giorno, qualche colonna, e poi diventa statistica.

Con la morte di Luana, 22 anni, una famiglia, un bimbo di 5, sembra che i giornali si siano accorti del dramma delle cosiddette “morti bianche”.

Solo alcuni giornali, però, fanno analisi serie. Non si ha il coraggio di mettere sotto accusa questo capitalismo disumano, questa produzione industriale portata all’eccesso, l’aumento dei ritmi di lavoro, la mancanza di personale, i premi a produrre sempre di più, la diminuzione delle misure di sicurezza. Il lavoro che manca porta a questi risultati. Lavorano sempre meno persone ma si alzano i ritmi, si produce di più ma si abbassano gli standard di sicurezza.

Mancano i controlli, mancano gli ispettori dell’Inail. Manca la cultura del lavoro nel nostro Paese , c’è solo la cultura della logica del profitto.

E poi le giustificazioni: se l’è cercata, non è stata attenta, bisogna prestare la massima concentrazione. Sempre le solite giustificazioni che valgono, guarda caso, anche per gli stupri.

Che deve fare il sindacato?

Lo devo ammettere. Provengo da una categoria che – per fortuna – ha pochissimi casi di infortuni sul lavoro. Le uniche morti che abbiamo avuto sono state a causa di rapine, che oggi sono diminuite moltissime. Nel corso di questi anni ha sempre prestato la massima attenzione nei dibattiti dell’Esecutivo nazionale Uil quando parlavano di questo tema i segretari dei metalmeccanici, degli edili, dei chimici, degli agricoli.

La Uil aveva impostato una forte campagna su questo aspetto. Credo che non sia più sufficiente fare battage pubblicitarie, anche con foto di dubbio gusto, sul web per trovare una soluzione alle morti sul lavoro.

Che questa, dopo o assieme ai contratti, sia la battaglia della “vita” per il sindacato. Si rimettano in moto gli RLS, si creino giornate di mobilitazione generale, si crei una cultura della sicurezza anche fra gli stessi lavoratori. E si trovi il coraggio di affrontare il tema di questo turbo capitalismo che sta distruggendo l’essere umano e, perfino, il nostro pianeta.

Caro Presidente Draghi, la svolta “green” è importante ma la “safety” sul lavoro lo è altrettanto.


Nei prossimi articoli parleremo di fusioni e cominceremo il percorso di narrazione dei vecchi sindacalisti Uib e Uilca.

Pubblicato da Massimo Masi

Blog di Massimo Masi. Bolognese di nascita, piantato nella pianura, con una forte propaggine verso il mare. Non sono più quello di ieri, non so come sarò domani. Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri (Alda Merini)