Recensione di: “Le ossa parlano” di Antonio Manzini

Foto tratta dal web

Questa volta il Vicequestore Rocco Schiavone si trova ad affrontare un caso difficile, un “cold case” – per gli amanti del genere poliziesco – cioè un caso di un omicidio di un ragazzino avvenuto circa 10 anni prima. Cadavere – o per meglio dire – lo scheletro ritrovato in un bosco che la dottoressa Michela Gambino – questa volta sempre meno complottista del solito – attraverso studi, analisi e facendosi aiutare da altri esperti riesce ad identificare.
Non è la solita inchiesta dello Schiavone “uomo solo al comando” ma è una ricerca del colpevole – o dei colpevoli – che riguarda sia la polizia di Aosta che quella di Biella e che coinvolge tutti gli uomini a disposizione del Vicequestore, ad eccezione di uno che farà una brutta fine sorpreso in una bisca clandestina.
Schiavone si addentra nel mondo terribile e perverso della pedopornografia e di tutti gli aspetti malvagi del dark web. Un mondo che fa ribrezzo ma che – purtroppo – esiste.
Un’inchiesta lunga e difficile ma – come al solito – accattivante che tiene il lettore sempre in attenta attesa del successivo colpo di scena.
Senza spoilorare troppo – alla fine – la verità verrà a galla. Contemporaneamente verrà a galla una nuova verità: Schiavone non sa amare. Se da un lato i dialoghi visionari con la moglie uccisa sono sempre meno, dall’altra la rottura con Sandra sarà definitiva.
E nell’ombra, piano piano, ricompare l’ombra e la presenza di Caterina…
Anche Lupa, la cana di Schiavone, ha un momento di celebrità: partorisce tre cagnolini allietando una vita privata sempre più cupa del Vicequestore Rocco Schiavone.

Per gli amanti della serie di Schiavone riprendo la notizia che si sta già girando delle nuove puntate dello sceneggiato. Un’ultima curiosità: lo sceneggiato non ha avuto una grande audience quando è stato trasmesso su RAI2 mentre è la serie più scaricata su Raipay. Miracoli della tecnologia?

Pubblicato da Massimo Masi

Blog di Massimo Masi. Bolognese di nascita, piantato nella pianura, con una forte propaggine verso il mare. Non sono più quello di ieri, non so come sarò domani. Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri (Alda Merini)