Piattaforma rinnovo CCNL bancari. Libro dei sogni?

Una lettera di Umberto Baldo e mia risposta

immagine tratta dal sito Fisac/CGIL

Caro Massimo,

ho visto che non hai resistito ad esprimere un primo giudizio “a caldo” sulla piattaforma per il rinnovo del CCNL dei bancari, così come licenziato dalle Segreterie Nazionali dei Sindacati di categoria.

E lo hai fatto in un giorno anomalo, la vigilia della Pasqua.

D’altronde per troppi anni sei stato al vertice della Uilca, e capisco che il “richiamo della foresta” sia per te irresistibile.

Oltre a tutto questo ruolo, che tu definisci ormai “passato”, in realtà non “passa mai”, un po’ come avviene per i preti della chiesa cattolica per i quali vale il principio “semel sacerdos, sempre sacerdos”.

Permettimi di dire che trovo questa tua prima “analisi” piuttosto scarna, anche se riconosco che hai individuato i punti “focali” della futura trattativa.

Il documento che espone la piattaforma è come di consueto piuttosto lungo ed articolato, oserei dire troppo, e raccoglie tutti i punti su cui il sindacato vuole rinnovare la normativa vigente, o in ogni caso migliorarla.

Come sai io sono fuori dalla categoria da ormai due lustri, ma sono sempre stato un “battitore libero”, e spero tu mi dia atto che ho sempre detto quello che pensavo indipendentemente dalle possibili conseguenze.

Essendo io ormai “Off”, e non essendo piuttosto “fresca” la mia uscita dalla  categoria come nel tuo caso, giocoforza i miei giudizi non possono che basarsi su vecchi contatti con amici, sulla pubblicistica, e sull’esperienza che deriva anche dall’età. 

Dall’idea che mi sono fatto da una lettura giocoforza non approfondita, credo che la piattaforma sia il frutto di questa fase politico-sindacale.

E’ innegabile che il Sindacato nel suo complesso sia in crisi, e non abbia più la capacità di influenzare la scelte delle politica e dell’economia nazionali.

Per rendersene conto basta guardare come si stanno muovendo la Cgil e Landini, e anche le altre Confederazioni, alle prese con il fenomeno che i definisco della disintermediazione, nel senso che quasi la metà dei giovani lavoratori non si iscrive al Sindacato perché non sa cosa faccia e a cosa serva.

Non so se un calo delle iscrizioni di giovani stia interessando anche i Sindacati dei bancari, che da sempre hanno goduto di uno dei tassi più alti di sindacalizzazione di una categoria, e che per questo motivo sono stati in grado di portare avanti nei decenni scorsi una interlocuzione alla pari con l’Associazione dei banchieri, e una contrattualistica di prim’ordine.

Venendo a noi, non c’è dubbio che ultimamente qualche “appannamento” si sia riscontrato anche nel campo sindacale dei bancari, e la sua sublimazione l’abbiamo avuta nelle intese dirette fra Banca Intesa e i lavoratori in tema di orario di lavoro, che comunque la si voglia vedere è stata subita dal Sindacato, e che ha portato al noto attacco di Sileoni a Filosomi, ed alla revoca della rappresentanza all’Abi da parte della Banca di Messina. 

Ho già avuto modo di esprimermi nel senso che dietro questa decisione  sta una nuova “filosofia” dei livelli di contrattazione, che par di capire secondo Intesa dovrebbe privilegiare quella di secondo livello.

Mi sembra che questo “snodo” sia stato ben compreso dalle Segreterie Generali, e lo si capisce dal fatto che nel documento diventa sempre più centrale la richiesta di “cabina di regia”.

E cosa vuol dire “cabina di regia” se non un’avocazione ed un controllo centralizzato delle dinamiche contrattuali, in funzione di evitare cedimenti alla contrattazione di secondo livello?

A questo si accompagna una richiesta di regolamentazione dettagliata, oserei dire maniacale nel dettaglio, dei principali aspetti normativi, ed il fine a mio modesto avviso è sempre quello di mantenere il ferreo controllo “romano”, che a voler essere maliziosi si traduce in mantenimento dei livelli di potere centrale sulle “periferie” (leggi Coordinamenti aziendali).

Mi è piaciuto il tuo “stupore” quasi virginale di fronte alle richieste economiche, da te commentate con queste parole “Una richiesta economica mai vista  almeno da quando frequento quei “marciapiedi” come diceva un mio vecchio amico sindacalista “.

Ebbene sì, caro il mio “peripatetico”, lo stesso stupore l’ho provato anch’io!

Perché una richiesta di aumento per  435 euro sulla figura media francamente non la si era mai vista nella storia dei bancari, e per quanto siamo in presenza di una pesante inflazione, induce a qualche riflessione.

So bene che questo importo è il risultato di precisi calcoli basati anche su accordi, ma nel mondo esiste anche un qualcosa che sia chiama compatibilità ed eticità.

Non voglio certo rivangare la vecchia “politica dei redditi” cui mi sono abbeverato in gioventù, ma sono curioso di vedere quali altre categorie presenteranno, o avranno il coraggio di presentare, richieste di aumenti stipendiali simili a questa dei bancari.

Aumenti che per le figure superiori a quella media potrebbero raggiungere livelli che per altre categorie meno fortunate sono simili ad uno stipendio mensile.

Certo nessuno pretende che i bancari si cospargano il capo di cenere, e si facciano carico dei mali del mondo, ed in particolare del livello medio degli stipendi italiani fra i più bassi d’Europa, ma magari pensare che questa richiesta potrebbe suscitare qualche critica presso altri lavoratori forse si doveva mettere in conto. 

Ma d’altronde mi rendo conto che presentarsi alle assemblee dei lavoratori con una richiesta di 435 euro medi (che sappiamo bene che è l’unica cosa che interessa veramente ai colleghi)  quasi sicuramente porterà a cori da stadio per i sindacalisti che illustreranno la piattaforma, e quel che più conta onore e gloria alle “Segreterie romane”.

Mi auguro solo che la crisi che cova sotto la cenere nel sistema bancario mondiale non infetti qualche banca nostrana (e guardando qualche Credit Default Swap non c’è da stare tranquilli), perché allora tutti gli scenari cambierebbero in negativo, e la piattaforma si trasformerebbe di punto in bianco nel classico “libro dei sogni”.

Grazie per l’attenzione.

Umberto Baldo


Caro Umberto,
vorrei evitare quella scena tipica di tutti i film o telefilm (adesso si chiamano serie) polizieschi dove c’è il poliziotto buono e quello cattivo. Quello cattivo urla e strepita con il poveretto che viene interrogato e torchiato e quello che buono che cerca di convincerlo che è meglio che collabori.

Immagine tratta dal web

Proprio per questo motivo cerco di darti una risposta equilibrata punto per punto e richiamo l’articolo dell’ 8 aprile dal titolo Terminata la preparazione della piattaforma per il rinnovo del contratto dei bancari: la parola alle lavoratrici e ai lavoratori nei prossimi mesi. Prime mie valutazioni

Tu scrivi: “ho visto che non hai resistito ad esprimere un primo giudizio “a caldo” sulla piattaforma per il rinnovo del CCNL dei bancari“, è la verità, caro Umberto. Non ho resistito anche perchè ho visto che alcune sigle manco hanno pubblicato sui loro siti la piattaforma, mentre Fabi e Fisac lo hanno fatto. Non ho resistito perchè volevo informare molti ex miei iscritti di quello che stava avvenendo nella categoria.

Aggiungi: “Permettimi di dire che trovo questa tua prima “analisi” piuttosto scarna, anche se riconosco che hai individuato i punti “focali” della futura trattativa.” Ho specificato chiaramente che vista la corposità, la lunghezza, l’importanza dei temi trattati, mi riservo – a partire da questa settimana – di analizzare a fondo tutti i capitoli per farne una specie di guida ed esprimere mie, ripeto mie valutazione che non voglio che successivamente vadano ad inficiare il giudizio delle lavoratrici e dei lavoratori.

Anch’io, come te, sono fuori dal circuito dei “ben informati” ma credo che a proposito di quanto scrivi sulle “vocazioni” sindacali: “Non so se un calo delle iscrizioni di giovani stia interessando anche i Sindacati dei bancari“, mi risulta che la percentuale sia ancora elevatissima e che queste vocazioni hanno solo qualche punto di percentuale in meno rispetto alle iscrizioni del personale più anziano. Quindi il sindacato dei bancari ha ancora un certo suo “appeal“.

Per quanto riguarda, quello che tu chiami la “nuova “filosofia” dei livelli di contrattazione, che par di capire secondo Intesa dovrebbe privilegiare quella di secondo livello” nei precedenti articoli mi sono sbilanciato moltissimo.
Credo che il CCNL debba avere una serie di articoli che devono coprire garanzie, diritti, doveri, parte economica. Per quanto riguarda invece la contrattazione aziendale o di secondo livello deve essere collegata all’organizzazione che ogni banca si sta dando – spesso in maniera dissimile – e che quindi deve garantire ai dipendenti flessibilità ma anche garanzie sia lavorative che professionali e financo salariali derivanti dalla produttività aziendale. Ed ecco perchè non sono contrario ad “una cabina di regia nazionale” su alcuni temi aziendali. Ho visto nel corso degli anni troppe fughe in avanti di molti coordinamenti aziendali su materie tipiche del contratto nazionale, facendo scambi impropri che non voglio citare per evitare querele, ma credo che tu mi abbia capito benissimo.
Voglio farti un esempio concreto, invece, senza paura di finire nelle aule di un tribunale. Prendiamo la questione “desertificazione delle filiali” di cui molti sindacati si riempiono giustamente la bocca con grandi iniziative anche pubbliche e molto comunicative. Hai mai visto o letto di un Coordinamento aziendale schierarsi violentemente contro il Piano industriale della propria banca quando prevede chiusure di sportelli e agenzie? Solo sparute affermazioni di principio. Poi vanno nelle piazze a cercare di dare conforto ai sindaci e alla cittadinanza. Ecco perchè ritengo sia necessario coordinare le politiche dei Coordinamenti Nazionali che – ripeto – spesso diventano agenti contrattuali al di sopra del sacro libro chiamato CCNL.

Anche tu affermi che “una richiesta di aumento per  435 euro sulla figura media francamente non la si era mai vista nella storia dei bancari“, aggiungo che a questa richiesta bisogna assommare anche una riduzione di 2 ore dell’orario di lavoro, al nuovo calcolo del TFR e all’aumento di tante indennità. Cercherò di fare nei prossimi giorni un calcolo su quanto potrebbe costare un contratto di questo tipo.
Non è un caso, caro Umberto, che in quello che tu chiami “scarna analisi” della piattaforma mi sono, però, soffermato sull’eventualità che non tutte le banche potrebbero non essere in grado di sostenere queste richieste e i rischi di ulteriori spaccature all’interno del CASL. Ti ripropongo la domanda che potrai girare ai tuoi vecchi amici che ancora agiscono nel settore: quanto è stato messo nel bilancio 2023 delle banche per l’aumento stipendi?

E poi, caro Umberto, capisco che tu ti possa meravigliare della richiesta economica così esorbitante. Ma secondo te perchè i sindacati confederali non sono intervenuti per limitare le richieste? Sono d’accordo? Oppure il sindacato autonomo è così potente e così rappresentativo che è inutile guerreggiare? Ricordo – sommessamente – che nel rinnovo del contratto degli assicurativi c’è stato un aumento medio di 205 euro e un “una tantum” di 1.400 euro pagabili in due tranche.

Un ultima considerazione sull’aspetto che questa piattaforma possa diventare il “libro dei sogni“. Certo, credo che anche i segretari generali delle 5 sigle – chi più chi meno – abbiano avuto questi dubbi.
Io vedo questa piattaforma come un documento programmatico che vale per più rinnovi contrattuali. Non credo che riusciranno “a portare a casa” tutto quello che hanno chiesto ma la prossima piattaforma sarà più facile da costruire.
Infine tu parli di crisi bancarie sempre in agguato.
E’ anche la mia preoccupazione.

William Davies – foto tratta dal web

Ho letto – proprio oggi – un interessante studio di William Davies, Global Chief Investment Officer di Columbia Threadneedle Investments in cui si afferma che: “l’attuale crisi è dovuta alla fuga improvvisa di un gran numero di depositanti dalle banche, spesso attraverso l’online banking e le app mobili. A causa di questo fenomeno, è molto difficile per le autorità radunare i possibili acquirenti e fornire loro i dati necessari per prendere tempestivamente e fiduciosamente una decisione ben informata. È improbabile, dunque, che si possa salvare una banca sotto pressione attraverso il consolidamento.” L’esempio della Silicon Valley Bank e quella di Credit Suisse sono emblematiche: crisi nate nel giro di poche ore a causa, nel primo caso subito ha annunciato il suo piano di raccolta di capitali bocciato dalla FDIC e nel secondo caso  in seguito al rifiuto di un investitore saudita di impiegare ulteriori capitali nella banca.

Credo che nel corso di questi mesi avremo tante cose da trattare e raccontare ai “nostri vecchi lettori“.

Intanto, il poliziotto buono ti saluta annunciandoti che nei prossimi giorni ti invierò una lettera in cui parlerò della democrazia nel sindacato, soprattutto in quello categoriale confederale, alla quale – mi auguro – mi darai risposta.


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Pubblicato da Massimo Masi

Blog di Massimo Masi. Bolognese di nascita, piantato nella pianura, con una forte propaggine verso il mare. Non sono più quello di ieri, non so come sarò domani. Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri (Alda Merini)

Una risposta a “Piattaforma rinnovo CCNL bancari. Libro dei sogni?”

  1. La prima rogna di cui mi sono dovuto occupare – quando nel 1982 sono approdato alla mia prima Banca Popolare – fu di sistemare le posizioni di alcuni Dipendenti pensionandi i quali avevano lavorato per alcuni anni “in nero”. Erano anni del primo dopoguerra, come potete immaginare. A leggere dei problemi di oggi mi vien da sorridere.

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