L’OPA dimenticata… Credit Agricole Creval

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I giornali economici e non, si stanno occupando con fiumi d’inchiostri, della probabile o auspicabile fusione tra Unicredit e MPS. In questi giorni, addirittura, si vocifera di un “menage a trois”, tipico di un film porno, tra Unicredit, MPS e BancoBpm.

Ma ai più sta sfuggendo di vista che l’unica operazione oggi in piedi (se escludiamo quella conclusa tra Credito Emiliano con C.R.Cento) è l’ OPA del Credit Agricole sul Creval.

Dobbiamo ringraziare la pagina dell’Economia del Corriere della Sera di lunedì 1 febbraio che con un articolo a firma S.Rig ci riporta su questo argomento.

 Il 23/11/2020 scrissi in un comunicato stampa (tra l’altro fu il mio ultimo come Segretario generale Uilca) che “Non è solo un’operazione già preannunciata ma rientra pienamente nella direzione di un rafforzamento e di una concentrazione dei grandi gruppi bancari, in linea con il percorso già tracciato di recente da Intesa Sanpaolo e Ubi. Potremo esprimere un giudizio più puntuale quando avremo modo di esaminare il piano industriale, ma siamo fiduciosi che l’operazione sarà in linea con il modo di fare di Crédit Agricole. Ci auguriamo comporterà pochi esuberi, poche chiusure di sportello e, al contrario, l’assunzione di molti giovani e una maggiore attenzione alle PMI e all’economia italiana. Il fatto che l’Opa sia gestita dalla parte italiana del gruppo, e guidata dall’amministratore delegato Giampiero Maioli, ci rassicura”.

Confermo a distanza di alcuni mesi lo stesso giudizio. Ribadendo che senza una fusione Creval, secondo i dati in mio possesso, avrebbe corso dei rischi patrimoniali e finanziari.

Ricordo che Credit Agricole pagherà 10,5 euro, in cash, per ogni azione del Creval.

Cosa pone di nuovo l’articolo dell’Economia del Corriere della Sera? Che ci sono disparità di valutazioni fra le diverse agenzie (Equita, Banca Akros, Intermonte e Mediobanca) sia sulle prospettive a breve termine che sull’attuale situazione patrimoniale. Anche qui, niente di nuovo. Probabilmente, si chiede, argutamente il giornalista si tratta anche di valutazioni diverse perchè tre di queste società sono anche advisor delle due banche?

Aggiungo un a mia personale considerazione. E dietro a tutto ciò non ci potrebbe essere la richiesta di un rilancio per aumentare la cifra dei 10,5 euro ad azione? Operazione, fino ad oggi, seccamente smentita da Giampiero Maioli.

A pensar male, non si fa peccato, nel nostro Paese.

Vedremo nei prossimi giorni cosa accadrà di nuovo. Credo che le lavoratrici e i lavoratori del Creval abbiano diritto di sapere esattamente come stanno le cose.

Pubblicato da Massimo Masi

Blog di Massimo Masi. Bolognese di nascita, piantato nella pianura, con una forte propaggine verso il mare. Non sono più quello di ieri, non so come sarò domani. Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri (Alda Merini)