Il sindacato chiede a banche e assicurazioni di fare la loro parte nell’alluvione dell’Emilia-Romagna. Ma le aziende come rispondono?

Immagine tratta dal web

Nei giorni scorsi i sindacati del credito hanno scritto alle Associazioni di categoria (ABI, Federcasse, Ania e Ader) chiedendo di invitare le proprie associate a riconoscere alle lavoratrici e ai lavoratori delle zone alluvionate la possibilità di svolgere la loro attività in modalità di ‘lavoro agile’ e/o di fruire di permessi retribuiti per calamità. Inoltre – le organizzazioni sindacali – hanno richiesto la necessità che le aziende prevedano anche la possibilità di rateizzazioni e/o sospensioni di mutui e prestiti per gli stessi motivi.

Stefano Bottino – foto tratta dal web

Pronta è stata la risposta di ABI che con una lettera firmata dal Vice Direttore Generale Gianfranco Torriero e dal Direttore Centrale Stefano Bottino hanno invitato “le Imprese a valutare con il massimo spirito di comprensione le relative situazioni, anche adottando, fino al permanere di condizioni di oggettiva difficoltà negli spostamenti, le opportune misure organizzative“.
Non ho notizie di analoghe iniziative dalle altre Associazioni datoriali o quanto meno non sono state pubblicate sui siti sindacali.

Naturalmente – come sempre accade nel settore – banche e assicurazioni hanno predisposto iniziative non omogenee: chi ha concesso permessi, chi lo smart working generalizzato, altre hanno fatto poco o nulla, qualcuna – addirittura – ha fatto sapere tramite i responsabili zonali di usare ferie per i giorni in cui non si può andare al lavoro.

Mi auguro che nei prossimi giorni possa essere definita una omogeneità di comportamento nelle banche e nelle assicurazioni presenti nei luoghi del disastro.

Credo che – soprattutto – le banche e le assicurazioni che agiscono e che hanno sede nei nostri territori dovrebbero dare l’esempio sia nei confronti dei dipendenti che per l’aiuto alle popolazioni.

E’ evidente che alla base di tutto ciò sta anche negli accordi sindacali firmati con le Aziende, come ad esempio quelli sullo smart working. Se nelle banche i vari accordi non si discostano di molto fra i vari istituti, diversa è la situazione nelle assicurazioni.
Se confrontiamo l’accordo raggiunto in Generali e quello in Unipol si nota una grande differenza nel tipo di acquisizioni, di trattamento del personale e di qualità delle relazioni sindacali.

Carlo Cimbri – foto tratta dal web

D’altra parte sono mesi e anni – purtroppo – che scrivo ad esempio nel post del 21 gennaio 2022 Smart working in UnipolSai? Mission impossible…(uno dei post più letti nel mio blog), oppure quello del 31 gennaio 2022 Avanti con lo smart working … ad esclusione del Gruppo UnipolSai, naturalmente anche se tutto era iniziato con un articolo ironico dal titolo Brunetta e Cimbri, gli Hiroo Onoda dello smart working del 5 gennaio del 2022 che Unipol – e per esso Carlo Cimbri – non hanno mai visto di buon occhio lo smart working – anche se non mi sono note le motivazioni. Eppure Carlo Cimbri – così attento al mercato dell’impresa e del lavoro americano dovrebbe avere un occhio di riguardo per tutte le nuove forme di lavoro.

Vedremo se nei prossimi giorni anche Unipol si uniformerà. Intanto l’assicurazione bolognese – sempre secondo analisti finanziari – dovrebbe essere – dal punto di vista dei danni nelle zone colpite dall’alluvione – la più esposta delle assicurazioni italiane. Anche questo è un dato da tenere conto nell’attuale situazione.
E’ di questi minuti la collaborazione – come nel caso dell’acquisto di twitter – di Unipol con Elon Musk per accedere alla linea Starlink i cui terminali verranno distribuiti presso le varie comunità. Sempre Cimbri ha assicurato la massima vicinanza alle comunità colpite.
Per tornare all’alluvione catastrofica vedremo come le banche risponderanno per quanto riguarda gli aiuti, la sospensione dei mutui e come finanzieranno la fase della ricostruzione.

Seguirò con grande attenzione questa situazione. Intanto #noinonmolliamo #atienbota #romagnamia


Pubblicato da Massimo Masi

Blog di Massimo Masi. Bolognese di nascita, piantato nella pianura, con una forte propaggine verso il mare. Non sono più quello di ieri, non so come sarò domani. Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri (Alda Merini)