Nei giorni scorsi e più esattamente il 24 maggio, Umberto Baldo inviava una lettera a questo blog dal titolo Le destre all’assalto dell’Europa.
Non sono passati che pochi giorni e le sue previsioni si sono avverate.
La notizia di questa mattina è che Pedro Sanchez, leader del Partito Socialista Spagnolo e Premier spagnolo, si è dimesso e ha convocato le elezioni politiche per il 23 luglio.
Infatti il PSE è uscito sconfitto dal Partito popolare alle amministrative di ieri e vuole evitare di farsi mettere sulla graticola per altri sei mesi.
Ma, come in Italia, il problema del PSE sono le alleanze.
Problema che – a quanto pare – sarà anche del Partito Popolare perchè le alleanze locali hanno visto la vicinanza con il partito di estrema destra Vox (quello vicino al partito di Giorgia Meloni) e – sempre secondo gli osservatori politici – poco capibile per gli elettori di centro a livello nazionale.
Insomma elezioni – quelle del 23 luglio (a proposito in Spagna si vota anche in pieno estate) – importantissime non solo per la Spagna ma per l’intera Europa.
E’ sempre notizia di oggi che qualcuno del PPE (Partito Popolare Europeo) avrebbe incaricato qualche personaggio politico – anche italiano – per modificare l’asse di maggioranza del Parlamento Europeo – oggi PPE con PSE – con le destre che vengono rappresentate da Meloni (Vox, destra polacca e ungherese, ecc.) e da Salvini (Lepen, sovranisti).
Non meglio le cose vanno per la sinistra in Italia. Anzi.
L’esito delle elezioni comunali è stato chiaro. Dopo il 4 a 2 di quindici giorni fa, oggi è stato un 6 a 1 che non ammette giustificazioni.
Non solo il PD assieme o diviso dal Terzo Polo e dai 5 Stelle non è riuscito a riconquistare le città toscane ma ha perso una delle sue roccaforti storiche come Ancona.
Unica consolazione, la vittoria – per 500 voti – a Vicenza.
Analogo andamento delle elezioni in Sicilia , dove il centro-destra vince quasi dappertutto al primo turno (la legge elettorale in Sicilia è diversa da quella italiana, in quanto se il candidato sindaco supera il 40% non si va al ballottaggio).
Ma se il successo della destra era scontato in Sicilia – anche dopo la questione del “pizzo di Stato” di venerdì scorso da parte della premier e cioè che lo Stato facendo pagare le tasse ai commercianti chiedi il “pizzo” (affermazione che in altri Paesi avrebbe comportato un “casino politico” senza precedenti, mentre in Italia è stato notato e commentato da pochi intimi) – visto che in quella realtà la “questione pizzo e nero” è un tema molto sensibile. E’ chiaro che le motivazioni della destra non si fermano solo a questa considerazione ma ci saranno anche altre ragioni che verranno analizzate da quelli più bravi ed esperti di me.
Per tornare alle elezioni sul “continente” l’unico sconfitto – oltre alla Schlein – è finita l’effetto nomina o non c’è mai stata -, al PD e ai 5 Stelle – è certamente Salvini che non è riuscito a conquistare Brescia (sconfitto al primo turno il suo candidato leghista) e oggi a Vicenza. Se poi assommiamo le recenti sconfitte di Padova e Verona, il ruolo di Salvini in Veneto è ridimensionato. La fortuna della Lega – in Veneto – si chiama Zaia. Ed ecco perchè “il doge veneto” volle presentarsi con una sua lista che ottenne la maggioranza nelle ultime elezioni regionali.
Valutazioni. La destra avanza dappertutto in Europa. I partiti socialisti anche se governano bene – vedi Spagna, Svezia, Finlandia, ad esempio – vengono letteralmente spazzati via o sconfitti.
Baldo parlava nel suo articolo delle ragioni del successo delle destre e scriveva: “Mi sembra difficile negare che le destre europee, euroscettiche, fortemente legate alla politiche agricole, sostenitrici della lotta all’immigrazione clandestina, spesso suprematiste, sostenitrici della famiglia tradizionale contro l’aborto e i matrimoni Lgbt, hanno il vento in poppa.”
Così anche in Italia. Dove – bisogna aggiungere – si affianca un fortissimo astensionismo che colpisce soprattutto gli elettori di sinistra – e un culto della personalità di Giorgia Meloni molto forte.
Forse è il caso che i partiti socialisti e socialdemocratici europei si riuniscano fra di loro per una nuova “Bad Godesberg“, simile a quella del 1959 dove fu approvato il programma che rilanciò la sinistra nel corso del congresso straordinario del Partito socialdemocratico della Repubblica Federale di Germania (Sozialdemokratische Partei Deutschlands, SPD). In caso contrario le destre avranno la supremazia politica e culturale.
Tempi bui, ma bisogna prendere atto delle volontà degli elettori.
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