Dopo l’accordo in Intesa Sanpaolo sul 4 x 9 e sullo smart working, faccio alcune valutazioni grazie alla lettera di Umberto Baldo

Caro Massimo, 

ho letto il tuo pezzo sull’accordo intervenuto fra le Organizzazioni Sindacali e Banca Intesa San Paolo sulla nuova articolazione dell’orario di lavoro e sullo smart warking.

Concordo con te che in ogni caso il raggiungimento di un’intesa fra le parti è una buona notizia, ma cosa vuoi, da vecchio Cartesiano faccio fatica a non cercare la ratio delle cose.

Nella specie abbiamo assistito ad un qualcosa che non avevamo mai visto; un grande Gruppo bancario che, non avendo trovato un accordo con il Sindacato su un argomento sicuramente non trascurabile com’ è appunto il nastro orario, ha scelto deliberatamente di “bypassare” le Segreterie Nazionali per procedere ad accordi individuali, fra l’altro ottenendo una ottima accoglienza fra i lavoratori.

Possono raccontarmela come vogliono, ma da parte sindacale abbiamo assistito da un lato ad un atteggiamento a mio avviso un po’ supponente (dettato immagino dalla convinzione: la Banca non procederà contro di noi!), e dall’altro a reazioni stizzite che hanno portato Messina a ritirare la delega all’ABI per le trattative sindacali.

Quante volte ci siamo chiesti nei mesi scorsi: Come sfrutterà Intesa la propria scelta di tenersi “le mani libere”?  Veramente è credibile che, qualora il nuovo CCNL non fosse gradito, Messina darebbe il via libera ad una “trattativa separata”?

Il problema ovviamente ora non si pone più, e Messina potrà andare tranquillo al Congresso Nazionale della Fabi ad incassare una buona dose di applausi.

Ma mi rimane un dubbio, che esprimerei così:  Questo accordo rimarrà limitato ad Intesa, o diventerà il benchmark della trattativa  per il rinnovo del CCNL?

Non è una questione di lana caprina, perché se fosse vera la mia seconda ipotesi sarebbe anch’essa una cosa del tutto nuova; nel senso che un Gruppo, grande quanto si vuole, imporrebbe a tutto il Sistema bancario il terreno di gioco, con tutte le conseguenze del caso..

Come la vedrebbero i vari Orcel, Castagna, Lovaglio?

Tutti buoni e tranquilli?

D’altronde anche il Sindacato troverebbe qualche difficoltà a spiegare ai lavoratori delle altre Banche che quello che è possibile in Intesa, altrove non è raggiungibile.

Non lo so, e sicuramente sbaglio, ma questo accordo in “zona Cesarini” alla mie narici ha un po’ l’odore di una “andata a Canossa”.

Ma, ripeto, io sono ormai un vecchio arnese che non fa testo!

Grazie per l’ospitalità.

Umberto Baldo


Caro Umberto,

cercherò di risponderti punto per punto, partendo dal solito presupposto che – anch’io come te – sono fuori dal giro “buono” e posso fare solo delle considerazioni che non esulano dal contesto ma, certamente, possono – e lo potrebbero essere – fuori dalla logica sindacale che ha portato a questo significativo accordo.

Intanto ti richiamo il post che scrissi il 21 dicembre 2022 dal titolo La trattativa in Intesa Sanpaolo: cosa farà l’Azienda, il no del sindacato e alcune mie valutazioni sulla rottura delle trattative nel quale – oltre ad elencare le varie posizioni – scrivevo che per fare un accordo il sindacato doveva accettare il piano sugli orari e la banca rientrare nei canoni dell’applicazione del contratto nazionale, abbandonando la discrezionalità degli accordi personali. E leggendo l’accordo – mi pare – che le parti – giustamente – hanno tenuto questo comportamento al tavolo delle trattative. Come ho scritto ieri: nessun vincitore, hanno vinto tutti.

Quello che farà Intesa Sanpaolo – nel senso delle trattative per il rinnovo del CCNL – è ancora nella “terra sconosciuta“.
Ho una mia idea, però.
Certamente non ora – ma dopo l’estate – Carlo Messina potrebbe ordinare alla sua delegazione il rientro nel CASL. Non certamente subito, ma credo- conoscendolo – lo farà.

Carlo Messina . foto tratta dal web

Messina al Congresso Fabi.
La presenza di Messina al Congresso Fabi era certa da mesi. Non credo che Messina abbia bisogno degli applausi dei delegati della Fabi che – per l’amore della verità – accolgono tutti gli ospiti con molta signorilità e competenza – per crescere nell’indice di gradimento. Certo, probabilmente farà alcune aperture ma non credo che questo accordo raggiunto ieri sia prodromico alla presenza del leader di Intesa Sanpaolo al Congresso del sindacato autonomo. Troppo importante il Congresso della Fabi – anche dal punto di vista mediatico – per non partecipare.

Mi chiedi se questo accordo diventerà il benchmark anche per le altre banche.
Domanda legittima e intelligente.
Da quello che ho letto nei mei scorsi, mi sembra che non ci sia un grande interesse da parte delle altre banche ad applicare questi orari.
La verità che il 4 x9 e lo smart working su 120/140 giornate è disegnato sul modello organizzativo e dei nastri orari di Intesa Sanpaolo.
Anche il fatto che alcune filiali – piccole per la verità – siano aperte solo 4 giorni alla settimana – identificano questo accordo come “un abito fatto su misura” per Intesa Sanpaolo.
Qualcuno ci proverà ad imitare Intesa Sanpaolo? Non lo so. L’unica cosa di cui sono certo è che il 4 x 9 esiste nel CCNL fin dagli anni 90 e in pochissimi casi è stato applicato.

Infine sull'”andata a Canossa. Non capisco a chi ti riferisci. Il sindacato ha fatto il suo mestiere – rischiando un po’ ma è riuscito nel suo intento; l’Azienda è riuscita a portare a casa un accordo “storico” che farà “scuola” anche lei rischiando un po’.
Questo accordo ha dimostrato, però, una cosa – che forse non piacerà a molti, ma è la verità: la Fabi in dicembre “ha costretto” le altre sigle a rompere le trattive; la Fabi a maggio ha dato il “la” alla ripresa della trattativa.

Ripeto e concludo: “win to win” come scrivono quelli intelligenti.


Pubblicato da Massimo Masi

Blog di Massimo Masi. Bolognese di nascita, piantato nella pianura, con una forte propaggine verso il mare. Non sono più quello di ieri, non so come sarò domani. Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri (Alda Merini)