Così parlò … Carlo Cimbri

Carlo Cimbri – ad UnipolSai – foto tratta dal web

Nei giorni scorsi l’amministratore delegato di Unipolsai Carlo Cimbri ha presentato i conti dei primi nove mesi dell’assicurazione con sede a Bologna.
Dati che mostrano l’utile in crescita del 7,2%, a 813 milioni su base annua e una raccolta diretta assicurativa salita a 9,5 miliardi (+9,5%) nonostante il lockdown. Dati estremamente positivi che assommati alla intraprendenza di Cimbri sul ramo bancario lo pongono al centro dell’interesse della finanza italiana, del salotto buono!!!

Accantonati questi dati, la mia attenzione si sposta, invece, su due dichiarazione di Cimbri: lo smart working e il necessario aumento delle polizze RC auto.

Per quanto riguarda lo smart working l’ad di Unipol ha così dichiarato: “La scelta di far rientrare tutto il personale è dettata dalla necessità di intervenire sulla produttività, fare cose diverse oggi significherebbe esclusivamente un aumento ideale del costo del lavoro conseguente ad abbassamento della produttività che pensiamo le aziende oggi non si possano permettere“.
Mi auguro che i giornalisti abbiano travisato le affermazioni di Cimbri perchè in caso contrario mi chiedo chi ha gli fornito queste certezze.
Nel mio articolo del 18/08/2021, sempre sullo smart working, commentando l’articolo del professor Becchetti avevo trattato dell’aumento di produttività che si era rilevato nelle aziende che usavano lo smart working. Da quella data sono usciti nuovi studi sulla produttività che brevemente riporto:
1) Lo smart working aumenta la produttività a differenza di quello che si sospettava all’inizio. E’ quanto emerge dallo studio Marketers State of Remote Working 2021 promosso da Marketers, il più grande movimento di imprenditori digitali;
2) Per oltre 7 aziende su 10 i vantaggi superano le criticità tanto che il 68% – secondo un’indagine condotta dall’Associazione dei direttori del personale Aidp – ha deciso che prolungherà le attività di smart working anche nella fase di ritorno ad una “nuova normalità” al termine dello stato di emergenza causato dal Coronavirus.
3)Più produttività e meno assenteismo. Dalle esperienze concrete raccolte dall’Osservatorio del Politecnico di Milano già prima dell’emergenza sanitaria attraverso lo studio di casi di successo si possono stimare vantaggi per il datore di lavoro pari a un aumento della produttività del 15% e alla riduzione del tasso di assenteismo fino al 70%.
4) Una stima ancora più puntuale arriva dalla società di consulenza Variazioni a partire dal patrimonio di dati che ha raccolto nei suoi 10 anni di vita e, in particolare, sulla base di survey condotte nel periodo 2015-2019 su un panel complessivo di oltre 12.000 lavoratori agili. Secondo le elaborazioni di Variazioni per le aziende si può ipotizzare un risparmio annuo tra 4mila euro e 6mila euro a dipendente, rispettivamente per 6 e 9 giorni di smart working al mese.
5) Dice Mariano Corso, responsabile scientifico dell’Osservatorio Smart Working: «Le grandi imprese stanno sperimentando nuovi modelli di lavoro, con la ricerca di nuovi equilibri fra presenza e distanza capaci di cogliere i benefici potenziali di entrambe le modalità di lavoro. In molte organizzazioni, soprattutto Pmi e Pa, invece, si sta tornando prevalentemente al lavoro in presenza a causa della mancanza di cultura basata sul raggiungimento dei risultati».
6) Lo smart working rimarrà o sarà introdotto nell’89% delle grandi aziende

Ora si possono fare diverse valutazioni sulle dichiarazioni di Cimbri. Partiamo da quelle più plausibili per arrivare a quelle meno probabili.
a) è stato informato male dai propri uffici del personale, organizzazione e bilancio;
b) la tecnologia usata da UnipolSai è arretrata;
c) secondo l’Azienda il personale è composto da pecoroni, incapaci e non professionalizzati che hanno bisogno di un controllo da parte dei capi per aumentare la produttività? E allora come si spiegano i buonissimi risultati economici?
E’ vero ho estremizzato i concetti ma non concordo assolutamente nulla di questa dichiarazione di Carlo Cimbri che va contro corrente.
Mi chiedo, allora, se i manager di Generali e Allianz siano degli incapaci, se il top management delle principali banche siano degli sprovveduti.
Infine vorrei capire e sapere su quali dati si posa questa affermazione di Cimbri, su quali parametri viene calcolata la produttività in UnipolSai.

Altra questione. Le polizze RC Auto. Cimbri dichiara a tal proposito che “le polizze hanno avuto un decremento di oltre il 20% del prezzo medio dell’Rc auto sul mercato che obbliga il settore a ritrovare un equilibrio tecnico che oggi non ci può essere se i sinistri dovessero tornare a un regime di normalità e con le pressioni inflazionistiche“.
Ora da cliente assicurativo di Linear (gruppo UnipolSai) faccio fatica a capire dove il costo della polizza – dell’auto mia e di mia moglie – sia scesa del 20% rispetto allo scorso anno (con una utilizzazione minore del 30% a causa lockdown). A meno che non si consideri questa riduzione nel prezzo del furto-incendio che cala in base al valore effettivo dell’auto.
Ho, poi, cercato delle tabelle di comparazione sul costo delle polizze RC auto in Europa. Non le ho trovate.
In compenso riporto alcuni passi di un articolo trovato in rete, ricavato dalla relazione dell’IVASS (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni): Nel periodo dal 2008 al 2012 in Italia il premio medio pagato per l’Rc auto è stato di 401 euro, ovverosia ben 144 euro in più (+56%) rispetto alla media delle tariffe nel resto d’Europa. Contestualmente però, sempre dall’anno 2008 al 2012, in Italia per gli assicurati il costo dei sinistri è stato più elevato del 48,8% sempre rispetto al resto d’Europa. Questo è quanto emerso, tra l’altro, da uno studio di Lino Matarazzo del Servizio Studi e Gestione Dati dell’Ivass.(1)

Non so che dire!!!

Infine noto grande silenzio sindacale su queste dichiarazioni di Cimbri, sullo sviluppo della vicenda e sul contenzioso che si è creato, almeno non ho visto documenti ufficiali sui siti dei sindacati nazionali.
Attendo fiducioso!!!

Nota a piè pagina
(1) tratto da Tariffe Rc auto Italia-Europa a confronto, sinistri e risarcimenti fanno la differenza www.infoassicurazionisulweb.it

Pubblicato da Massimo Masi

Blog di Massimo Masi. Bolognese di nascita, piantato nella pianura, con una forte propaggine verso il mare. Non sono più quello di ieri, non so come sarò domani. Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri (Alda Merini)

4 Risposte a “Così parlò … Carlo Cimbri”

  1. Così parlò … Carlo Cimbri

    Sembra che Massimo Masi ed il sottoscritto la pensino esattamente alla stessa maniera…Questa mattina ho trovato un link al Blog di Masi dove venivano dette le stesse cose che io oramai dico da fine ottobre:

    – che bisogno c’era di far rientrare i dipendenti Unipol visto che lo smart working è un vantaggio economico per l’azienda e un modo di lavorare più moderno (ho parlato anche io di Generali ed Allianz)?
    – perchè nessun sindacato ha protestato in maniera più forte e sopratutto oggi tace?
    – Le polizze RC Auto…perchè aumentarle visto che il lock down ha portato benefici notevoli in termini di frequenza e costo medio?

    Leggetelo questo articolo di Masi!

    https://massimomasi.altervista.org/cosi-parlo-carlo-cimbri/?fbclid=IwAR0YSjwqTqitAKHhJDp6BSeNTMLeTZcXIWCOf1TmU-M5vQXyNuL3wVIdMFQ

    1. Grazie del commento. Cimbri ha fatto tantissime cose buone, non capisco questo trip che l’ha colpito sullo smart working. Davvero non lo capisco. Vorrei conoscere chi lo consiglia e su quali basi tecniche ed economiche si basano le sue opinioni.

  2. Caro dottor Masi, non solo lei ma proprio nessuno dei dipendenti Unipol (ed io sono uno di questi), se lo riesce a spiegare.
    Ci sarebbero da raccontare un sacco di cose su come si é mossa l’azienda, nei confronti dei dipendenti, durante tutta la pandemia.
    E quanto, i dipendenti, si siano prodigati, anche investendo denaro proprio, affinché il lavoro continuasse senza interruzioni e nel migliore dei modi.
    Ma la cosa davvero inaccettabile, offensiva direi, é l’assoluta mancanza di volontá di voler anche solo ascoltare le esigenze dei lavoratori o magari dire “grazie”.
    Niente di niente.
    Come se non esistessimo.
    Sa quando “al bar” si parla dei politici, evidenziando quanto oggi siano distanti dal popolo e quanto si sentano “superiori” agli elettori? Ecco…è la sensazione che oggi proviamo noi dipendenti.

    1. Intanto grazie per il commento. In premessa una precisazione: non sono dottore!!! Sono un geometra fallito prestato alla banca. Purtroppo concordo con le tue analisi. Poi tutti i giorni leggo sui giornali on line (quelli che ancora consentono di entrare senza pagare) studi sull’aumento della produttività nelle aziende in cui si applica lo smart working. Mi chiedo, davvero, cos’abbia UnipolSai di diverso dalle altre imprese assicuratici, bancarie e non. Non lo capisco. Mi piacerebbe saperlo. Ma l’Azienda non ha risposto alle mie domande. Solo lavoratori hanno scritto. Azienda cieca e muta?

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